Giro di vite
Monologo – Giallo e noir
Gli inquieti fantasmi di Henry James

Cosa c’è di più conturbante di una storia di fantasmi in cui sia implicato un bambino? Semplice: una storia di fantasmi con due bambini coinvolti loro malgrado in una spirale senza fine di terrore… Da qui trae spunto il travolgente inizio di una delle storie di fantasmi meglio narrate nella storia di tutti i tempi, con incredibili risvolti di suspense e angosciosissimi dubbi…

Luca De Bei, dopo la trasposizione per il palcoscenico di “Un cuore semplice” di Flaubert (con il ruolo della domestica analfabeta Felicitè affidato a Maria Paiato), affronta ora l’adattamento per la scena di uno dei racconti più celebri della letteratura del soprannaturale: quel “Giro di vite” di Henry James, perla tra le storie di fantasmi, già portata più volte sullo schermo (tra tutti “Suspence” con Deborah Kerr) e ispiratore anche di una celebre opera lirica con musiche di Benjamin Britten.
Qui la protagonista, istitutrice in una monumentale magione della campagna inglese, racconta la propria storia straordinaria e terribile. I due bambini di cui si deve occupare, infatti, riveleranno presto aspetti inquietanti e faranno nascere nella protagonista il sospetto di essere posseduti dalle anime della ex istitutrice e del cameriere personale del padrone, entrambi defunti dopo una vita di licenziosità e abusi su quelle stesse creature. L’intera vita della donna sarà quindi dedicata all’intento quasi maniacale di dare un senso ed una spiegazione ai fatti sconvolgenti di cui è stata testimone. Si tratta di un personaggio alquanto complesso: cerebrale e appassionato, determinato e fragile, fortemente responsabile ma dalla fantasia eccitabilissima, sempre velato dal sospetto di mitomania. Una figura modernissima, dedita con caparbietà e coraggio alla ricerca della verità e alla comprensione profonda dell’esistenza. Una donna che, aprendoci senza riserva la propria anima, ci parla in fondo di un disperato bisogno d’amore e ci rivela come, pur di ottenerlo, sia disposta ad affrontare ciò che di più spaventoso v’è nell’animo umano.

Luca De Bei
Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con “Buio interno” a Off Broadway. Tra i suoi testi: “I cani davanti alla lepre” (tradotto in tedesco dal Burgtheater di Vienna e in inglese dal National Theatre di Londra), “Un forte ronzio di mosche” (finalista premio Enrico Maria Salerno 2008), “Di notte che non c’è nessuno”. Nel 2007 mette in scena “Un cuore semplice” adattamento da Flaubert, con Maria Paiato. Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Con “Le mattine dieci alle quattro” vince nel 2010 il Golden Graal come miglior regista e nel 2011 il premio Le Maschere Del Teatro come miglior autore italiano. Nel 2013 è interprete del monologo “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni, con cui riceve un lusinghiero successo di critica (lo spettacolo sarà al teatro Franco Parenti di Milano nella stagione 2014/2015). Nel 2013 mette in scena “Week End” di Annibale Ruccello, con Margherita di Rauso. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.